Prima salita: Motto – Predan nell’ottobre del 1989.
Riattrezzatura a fix ad opera di Giampiero Bertotti, Enrico Bonino, Marcello Bevilacqua, Roberto Spadotto.
« In cuor mio spero che almeno sia mantenuto il carattere originario di queste vie, impegnative e difficili, in cui non era fatta nessuna concessione ai ripetitori… ». « …allora poter ripetere e riapprezzare le vie come Magia… magari solo con le placchette e le soste rinnovate, ci potrà ricordare ancora quel brivido che rende così speciale l’arrampicata su queste grandi pareti granitiche… ». (Maurizio Oviglia), pagina 40 di Rock Paradise… una colonna e mezza scritta più di 10 anni fa! L’ho letta e riletta diverse volte ad occhi aperti e occhi chiusi… nei sogni! Nel silenzio di quei momenti in cui la vita ti porta a pensare a quel brivido! Ti porta alla realtà e ti scuote, ti fa reagire come linfa vitale. Quello che è lì sopito da anni comincia a prendere forma a muovere risorse, amicizie, forze che inconsapevolmente diventeranno la base per una esperienza che lascerà una traccia in noi e, speriamo, nei prossimi ripetitori. Condividere con gli amici queste sensazioni è stato bello, imparare dai nostri limiti, forzarli, sentire le scariche di adrenalina hanno fatto sì che le risate condivise assumessero un sapore indelebile. Un pezzetto di storia, inalterato, risorto dalle nebbie del tempo e consegnato alle generazioni di arrampicatori attuali e futuri.
Partendo dalla macchina si segue il sentiero della Schiappa, a metà della pietraia sulla sinistra si sale seguendo ometti e bolli rossi fin sotto la parete del cunì, spostati di un centinaio di metri a sx rispetto l’attacco della via. Si sale comodamente sulla cengia e seguendo i bolli si arriva all’attacco della via (20 minuti). “Placca verticale con piccole prese per questa via impegnativa, giudicata molto interessante nelle prime lunghezze.” La guida descrive così l’itinerario e volutamente lascio a voi la gioia di scoprire la vostra personale visione della via… dopo averla salita. Noi ci siamo impegnati a sostituire tutti gli spit e le soste esattamente dove erano posizionate in origine; grattato per due giorni con spazzole di ferro e smaltito il ferraccio tolto! Sicuramente una spazzolata servirà ancora; gli spit originari se pur entravano per un centimetro e mezzo ci hanno permesso di recuperare sacchi e materiale nonché di fare una gran fatica a toglierli tutti!
Giampiero, Enrico, Marcello, Roberto
P.S. Un invito caloroso a tutti: leggete un pezzo di storia, Rock Paradise! Un abbraccio a tutti e buone salite!
Giampiero Bertotti