Quando la via è ottima, il cielo è blu e il freddo ti fa passare l’entusiasmo
Primi due giorni di “vacanza” da mesi, le condizioni sono costantemente buone nonostante il breve intermezzo della neve sabbiosa. Per quanto sia stato secco negli ultimi mesi les goulottes sono sorprendentemente fornite di buon ghiaccio.
Con Ilaria abbiamo altri obbiettivi ma dopo la nevicata vogliamo andare sul sicuro. Il giorno prima ho fatto una ricognizione in zona e la Roger Baxter Jones sembra essere papabile. Il cielo è blu, la via è ottima. Partiamo presto dal rifugio Torino per goderci la giornata e non fare le corse a prendere la funivia. L’aria è subito frizzantina, ma nulla di strano a Marzo in alta montagna.
Attacchiamo la via e godiamo dei primi raggi del Sole, l’alba è spaziale, ci muoviamo rapidamente, ma non riusciamo a scaldarci.
Il ghiaccio è cemento, le viti tengono alla grande e qualcuno si è addirittura ritirato da metà via su Abalakov. Proseguiamo felici di essere lì, i tiri son davvero belli e la linea estetica. Per me è un risveglio di ricordi lontani, quando percorsi la via nel 2008 e da lì a poco aprii la vicina “Reve Caché”. Ma non riusciamo a scaldarci.
Arrivati alla base della cascata passiamo in ombra, e in cima al tiro faccio di tutto per andare a lambire l’ultimo raggio di Sole a destra, su un comodo terrazzo. Ma fa sempre più freddo e il vento si alza.
Arriviamo così alla biforcazione con “la Voie des Bleraux” e proseguiamo per la via originale come da programma. Al tiro successivo Ilaria arriva in sosta in lacrime, non si sente più i piedi, vuole scendere. Mi guardo in torno e vedo che alla fine della goulotte, ovvero circa due tiri più lontano, c’è ancora il Sole e sul versante opposto, stranamente, sembra esserci meno vento.
La convinco a salire: il Sole e il riparo più vicino sono verso l’alto e non verso il basso. Là potremo trovare un pò di sollievo.
Saliamo di conserva fino in cima il più velocemente possibile, cambiamo versante e con 4 doppie siamo finalmente alla comba che separa il Maudit dal Tacul: è ancora al Sole e possiamo rifocillarci qualche minuto al riparo.
Scendiamo dalle doppie di Filo d’Arianna e rimettiamo gli scarponi da sci..gelidi. Finalmente al Torino ci aspetta la stufa a pellet. Ci scaldiamo, mangiamo e domani è un altro giorno. Ma ancora oggi dopo 10 gg abbiamo le dita dei piedi un pò insensibili.
A volte va solo di sfiga… attrezzati a dovere, giornata super, Sole, buone condizioni… ma il vento non era proprio previsto e ci ha “presi a schiaffi” tutto il giorno. L’unica cosa che si può fare con l’imprevisto è cercare di rimanere lucidi e prendere le giuste decisioni. Come dicevo…ci si può provare.
In allegato trovate la relazione scaricabile. Sulle foto i tracciati delle vie di salita e di discesa.
Ringrazio come sempre gli sponsor Scarpa, Mtb_ness integratori per lo sport, IceRock equipment