Eccomi di ritorno dopo sei giorni passati tra i ghiacciai dell’Oberland Bernese in compagnia di due canadesi (Marc e Paul), uno svizzero (Pascal) e un francese (Nicolas).
Alla fine, del programma originale abbiamo seguito solo la parte “gastronomica” cioè i rifugi, per il resto ci siamo adattati a condizioni della montagna e all’allenamento dei partecipanti per tirare fuori il meglio dalla settimana.Il nostro primo giorno comincia con la salita da Grindelwald allo Jungfraujoch tramite il mitico trenino che percorre l’interno dell’Eiger.
Da qui purtroppo il tempo inclemente non ci ha permesso di vedere molto più in là del nostro naso, e in circa 40 minuti di pista battuta arriviamo alla Monchhutte.
Devo essere sincero, negli ultimi anni lo standard dei rifugi svizzeri è decisamente migliorato, abbiamo sempre trovato buona accoglienza e cibo discreto.
Il giorno successivo, avevamo in programma di salire il Gross Fischerhorn per poi traversare nella valle parallela e scendere alla Finsteerarhornhutte, ma le condizioni della montagna non ce l’hanno permesso, e la sicurezza ci ha imposto di scendere lungo il Emigschneefald glacier fino alla Konkordia Platz per poi traversare alla Finsteerarhorn hutte tramite il colle Grunhornlucke.
Il terzo giorno, la nostra attenzione è stata attirata da una montagna più estetica che difficile, il Gross Wennenhorn. La giornata nuvolosa non ci ci lasciava sperare il raggiungimento della vetta, ma la fortuna è stata dalla nostra e arrivati nei pressi della cima le nuvole si sono abbassate e poi in parte dissolte lasciandoci intravedere il panorma fantastico.
Il quarto giorno abbiamo deciso di fare giornata breve per poi approfittare delle ultime due giornate di sole splendente. Pertanto abbiamo attraversato nuovamente il Grunhornluke in senso contrario e salito parte del Grunegghorn fino alla forcella per poi concederci una bella discesa su neve trasformata fino alla Konkordiahutte… che però si fa desiderare con circa 120 m di scale lungo una ripida parete rocciosa.
Il quinto giorno ci incamminiamo lungo l’immenso Grosser Aletschfirn glacier, in direzione del Gletscherjoch nella nebbia più fitta. Con l’aiuto del GPS ci facciamo strada trai crepacci e dopo circa due ore la nebbia lascia spazio al sole e al cielo blu. Nonostante sia mattino presto il caldo si fa sentire e non ci permette di arrivare fino al colle, altrimenti la sicurezza sarebbe compromessa e preferiamo goderci la discesa in buone condizioni per poi risalire alla Holladiahutte.
L’ultimo giorno: qualcuno ha preferito dormire un ora in più, con gli altri abbiamo deciso di partire presto e vedere il sorgere del sole nei pressi della cima dell Abeni Flue. E così è stato, un panorama mozzafiato a 360 gradi e il cielo limpido. Poco dopo eravamo nuovamente al rifugio per un ultimo caffè in quota. Ripartiamo presto per la discesa lungo la valle del Lotschental, dove ormai la primavera si fa vedere con i ruscelli che solcano la neve e i prati esposti a sud già verdi.