La Meije Parete Nord

22 Agosto 2014

Eccoci di nuovo all’opera con Andrea, dopo lo sfortunato tentativo alle Jorasses di un paio di settimane fa, dove il troppo caldo e i fulmini a ciel sereno ci hanno convinti a fare dietrofront alla base della parete.

Avevo un bel ricordo del couloir a Z, salito in occasione dei corsi Guida Alpina, ormai 6 anni fa. Dopo di allora non sono più tornato su quella parete.

Come sempre prima di una salita il cruccio principale è la logistica. Questa volta Andrea mi dà involontariamente uno spunto. L’avvicinamento al rifugio Promontoire è lungo (perché posto sul versante Sud) ed obbliga ad un extra dislivello sia all’andata che nell’avvicinamento il giorno seguente. Quindi perché non bivaccare nei pressi della parete N? Detto fatto!!! Decidiamo di portarci sacco a pelo e fornello e dormiamo in cima allo sperone degli Enfetchores, a circa un’ora dall’attacco della via e proprio di fronte alla parete. Lo spettacolo serale è incredibile, tutto il versante Nord e quello Ovest si illuminano e si colorano di rosso: non male come primo bivacco, vero Andrea?! Solo un pò di vento durante la notte ci dà fastidio, ma ci accompagnerà anche il giorno seguente durante la salita, tanto vale abituarsi subito!

Sveglia alle 3. Andrea non si capisce come faccia ma mangia poco e viaggia come un treno, per la precisione a colazione non mangia nulla. Mi rifiuta persino il the, cosi come il buonissimo couscous al pollo liofilizzato della sera prima!!! Mah… secondo me mangia di nascosto nel sacco a pelo la notte! Anche le altre cordate che hanno bivaccato partono circa con noi. Una ci supera e l’altra ci è già davanti. Va beh..saran veloci. Una la riprendiamo nell’avvicinamento, l’altra all’attaco sbaglia il punto di partenza e quindi ci ritroviamo per primi sul corretto itinerario. Evvaiii! Cosi non ci bombardano di ghiaccio! La via è in condizioni perfette, neve “ciuic ciuic” fino in cima. Arriviamo con le prime luci alla traversata mediana, davvero spettacolare con l’alba alle spalle. Il vento comincia a soffiare forte e non è piacevole, ma continua a variare di direzione. In breve arriviamo alla bréche, punto di giunzione con la traversata classica delle creste. Lì temina il glacier carré e si attacca la cresta ovest del Grand Pic. Speravo appunto di arrivare in quel tratto di via prima di coloro che son partiti dal Promontoire per fare la traversata. In cima alla cresta ovest c’è un passaggio ostico di pochi metri, che però ai meno esperti crea sempre difficoltà. E quindi mi immaginavo già il tappo e la coda, da dover aspettare al freddo del versante ovest, in pieno vento. Come se ci fossimo dati appuntamento, arriviamo tutti insieme all’attacco della cresta! Arrrgh! Per fortuna ci hanno lasciati subito passare e abbiamo potuto proseguire velocemente tornando presto al Sole. Vetta!!! Alle 9:15 siamo in cima e ci aspetta uno spettacolo di panorama mozzafiato! Si vede qualsiasi cosa, qualsiasi montagna o massiccio montuoso. Pochi metri sotto la cima troviamo una piazzola da bivacco tagliata nella neve. Veniamo a sapere (e ci rendiamo presto conto!!!) che 10 persone avevano bivaccato in cima la sera prima: che freddo!!!! Alla seconda doppia dal Gran Pic li troviamo tutti ammassati in sosta a fare non si sa cosa. Alcuni tedeschi, alcuni dell’est, due francesi. Poco oltre le doppie c’è una traversata in piena parete nord attrezzata da cavi d’acciaio e che spesso è in ghiaccio vivo. Altro punto dove si forma solitamente un bel filone di coda! Proiettandomi nuovamente in uno scenario di freddo e attesa, superiamo poco diplomaticamente questo grappolo di alpinisti e filiamo via. Sulle creste come in altre occasioni, essere i primi è una questione di sicurezza e non di velleità egocentriche. Tutto fila liscio. Vediamo il rifugio dell’Aigle in lontananza, ma sempre piu vicino. Come accenno ad un omelet, ad Andrea si apre il buco nello stomaco ed è motivazione per accelerare il ritmo Finalmente una meritata pausa. Molto bello il nuovo rifugio appena inaugurato, ed accoglienti i gestori.

Non ci resta che scendere a valle. Mancano “solo” quei 1800m di sassi e sfasciumi per raggiungere il parcheggio… ma ormai la testa rimane sulla traversata e sulla bella giornata trascorsa in montagna. Bravo Andrea, ultima tappa di preparazione ultimata, ora sai già dove ti tocca il prossimo bivacco, ma per scaramanzia non lo diciamo!

 

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