Punta Innominata

7 August 2017

Nuovi clienti e nuovi stimoli. Sembra essere il motto di quest’anno. Il primo di una lunga serie di nuovi incontri mi porta a conoscere Fausto, un signore abruzzese grande amante della valle d’Aosta e della montagna in tutte le sue forme.

I progetti di Fausto spaziano fino ai 4000 più impegnativi delle Alpi. E’ quindi opportuno testare la cordata prima di intraprendere certe salite, e nonostante mi sia stato presentato da un collega, ci dirigiamo verso la Punta Innominata per verificare competenze e allenamento. Ci troviamo subito a nostro agio e in piena sintonia alpinistica. La scelta della Punta Innominata è stata di conseguenza alle cattive condizioni del misto in alta montagna, e quindi un terreno più roccioso ci ha consentito di mantenere un buon margine di sicurezza. In oltre, se ti muovi bene sui ciottoli, ti muovi bene anche coi ramponi La salita si svolge rapida e nel migliore dei modi, si vede che Fausto ha già buona esperienza e ha avuto un buon maestro fino ad ora.

Il panorama è mozzafiato, la vista sui piloni e i pilastri di Freney e Brouillard è impressionante e il meteo ci ha graziati. Ma non c’è da rilassarsi, la discesa è ancora lunga e impegnativa, e il caldo comincia a pompare.

Come volevasi dimostrare, arrivati sul nevaio pensile la neve è pappa, nonostante rimanga in ombra fin verso le 11. La traversata si rivela quindi molto delicata e così anche la discesa tra le rocce fino al ghiacciaio del Brouillard: solitamente si scendono più a valle, ma le condizioni non lo permettono più. Una volta sul ghiacciaio, si superano diverse brutte terminali e si raggiunge un pianoro glaciale che dà accesso all’ultimo canale prima delle morene. Solitamente arrivati in questo punto si tira il fiato, si è quasi giù. Ma a nostra gran sorpresa si rivela un terreno infido, crepacciato e ghiacciato come non l’avevo mai visto. Anzi in alcuni tratti c’era addirittura mancanza di ghiaccio e siamo stati obbligati a disarrampicare su rocce rotte. Ancora un volta Fausto si è riveltao all’altezza della situazione e con calma siamo rientrati al rifugio. Quet’anno le condizioni della montagna sono davvero tristi, ma non ci hanno impedito di passare una bellissima giornata in un posto meravigioso.

Ora non ci resta che aspettare la prossima era glaciale per portare a termine i nostri obbiettivi

A presto

Enrico

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