Via nuova? – Un serpente per Anouk

7 February 2012

Dedicata alla piccola Anouk che tra pochi giorni compie 3 mesi!

Oggi giornata di festa: Nicolas e io ci dirigiamo in Valnontey per cercare del ghiaccio vergine. Sembrerà impossibile ma quasi certamente l’abbiamo trovato. Dico quasi perché attendo conferme in merito. Ma non avendo trovato alcun materiale in posto, ed essendo altrimenti problematica la discesa, non vediamo molta scelta… speriamo!

Alle 8:45 siamo già all’attacco, si presentano diverse opzioni in realtà. Un bel salto di ghiaccio centrale, effimero sotto e stalattitico in uscita, si mostra interessante. Peccato che quando vi siamo alla base troviamo un salto di 30 metri nel vuoto e un tetto enorme a sbarrarci la salita: da sotto non si vedeva! In ogni caso, attacchiamo con temperature polari (-21 al parcheggio) e sul primo tiro tutto sembra più difficile di quel che sarebbe in altre occasioni. Il ghiaccio duro, da pulire, ci dà la sveglia! Dopo un breve nevaio arriviamo alla base del secondo risalto. Come già detto l’opzione più interessante sfuma a causa del tetto. Rimangono salto centrale o salto a sinistra. A sinistra è troppo a sinistra e non avrebbe senso, quello centrale… sembra “urfido” ma salibile… e così sia!

Arriviamo su un cengione che da sotto sembra infinito e scoraggiante ma in realtà fa solo 60 m. Traversiamo quindi a destra per raggiungere una zona incognita di placche incrostate di ghiaccio che dovrebbero darci accesso alle colate superiori. Diedrino roccioso e tepposo, due balzetti su placche e neve farinosa ed eccoci alla base del colatoio. Ancora un saltino di misto e poi finalmente una vite buona e del ghiaccio copioso: YESSS!!! L’ambiente del terzo tiro è decisamente scozzese. Si prosegue per un bel muro sospeso e si arriva al secondo nevaio. Fin qui tutto più o meno logico come da previsione. Quello che segue è un mistero: si intravedono una goulottina facile e un salto più ripido abbastanza lontano: ne varrà la pena? Fatto 30 facciamo 31… andiamo a vedere.

Due tiri di goulottina e risalti portano all’ultimo muro. Non estremo ma abbastanza tecnico in uscita. Finalmente in cima, per fortuna non ci sono più risalti se no non ci basterebbe il materiale per attrezzare la discesa!

Più che una cascata la definirei una salita alpinistica. Le soste in salita, se non sono in comune con la discesa, sono da attrezzare o integrare, mentre le soste per la discesa sono tutte attrezzate con chiodi, cordoni e maillons (o moschettoni).

Non abbiamo volutamente utilizzato spit per lasciare un po’ di sana avventura montanara. Sarà quindi doveroso equipaggiarsi di conseguenza per una ripetizione. Attendiamo eventuali conferme o “delusioni” in merito alla nuova salita.

 

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Un serpente per Anouk

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