Valle dell’Orco – Diedro Atomico

29 August 2011

In questo periodo di allenamento post-incidente, riscopro la bellezza della valle dell’Orco, dove ho cominciato a scalare 14 anni fa. Questo angolo di paradiso non ha perso il suo fascino selvaggio, e ogni volta il mio sguardo si perde sui chilometri quadrati di roccia compatta solcata da estetiche fessure. Su suggerimento di due amici mi reco al Diedro Atomico, con Massimo Bazzetta e Fabrizio Bertinetti.

La via è di grande interesse, sia la parte alta che la variante diretta chiodata da Giorda & C. I diedri sommitali sono estetici e molto fisici… richiedono buona dimestichezza nel sapersi proteggere e un po di tecnica di incastro.

Una piccola nota critica va a chi ha deciso di spittare i tiri sommitali. Nel calderone del trad o non trad, spit o non spit la mia posizione è che non bisogna rimanere in dietro nel tempo e non bisogna fare i retrogradi. I materiali evolvono e con loro la tecnica e la corrente di pensiero. Allo stesso tempo bisogna avere rispetto di ciò che è stato fatto in passato, della storia dell’alpinismo e di coloro che hanno investito tempo e passione nella ricerca e nell’apertura di vie. Non trovo giusto stravolgere le vie storiche in nome dell’accessibilità alla massa. Coloro che hanno salito per primi un certo itinerario hanno fatto un percorso formativo per acquisire l’abilità necessaria a percorrerlo. Trovo invece necessario stare al passo coi tempi nell aggiornare il materiale vetusto come le vecchie soste o i vecchi spit, ma mantenendo integro l’ingaggio e l’etica con la quale le vie sono state aperte. L’arrampicata trad e l’alpinismo non sono uno sport, e non devono essere accessibili alla massa a ogni costo. Oggi disponiamo di ogni mezzo tecnologico possibile per affrontare qualsiasi tipo di parete ma forse sarebbe utile passare meno tempo in negozio, e più tempo in parete

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