Tentativo alla N della Midi

30 December 2015

Non tutte le ciambelle escono col buco, e quand’ cos meglio metter testa e far dietrofront! Dopo qualche mese di “astinenza” con Andrea riusciamo a far quadrare gli impegni reciproci per combinare un’uscita di allenamento. Meta: la Mallory Porter alla Midi. Ci incontriamo, prepariamo il materiale ridotto all’osso per esser leggeri, e prendiamo la funivia pi cara del mondo (58,5 EURO!!!!). E fin qui tutto normale. Usciti al Plan des Aiguilles mi sento come dire… circondato… e non da turisti! 15 cordate… e dico 15!!! (altre 6-7 erano gi sulla via) che cominciano a correre tutte dirette alla Mallory! In silenzio ci mettiamo religiosamente in fila e seguiamo la trincea scavata nei giorni precedenti. Intanto il cervello si mette in moto e comincia a macinare, gli occhi a scrutare. Tempo 15 minuti, forse gi troppi, Andrea ed Io ci guardiamo in faccia, e senza fiatare usciamo dalla traccia e puntiamo a ore 11. Gi, a pascolar i gregge di pecore lasciamo che ci vadano i pastori, e “fanculo” internet (a volte il linguaggio colorito aiuta a chiarire meglio i concetti ). Non che perch la Mallory “la salita del momento” hyper tracciata che bisogna ignorare tutto ci che ci sta attorno, e conseguentemente camminare a testa bassa col cervello spento?! Ci dirigiamo quindi su una delle goulottes pi a sinistra, pensando subito all’evidente couloir Cher (per chi non lo sapesse ce n’ uno anche qui). Un passo dopo l’altro solchiamo il poco di neve che ricopre i sassi e ci avviciniamo al canale. Notiamo improvvisamente dei grandi sbuffi di vento in cresta, brutto segno. Conosco bene il posto, e so benissimo che da l a poco quella neve sparata in aria, comincer a convogliarsi in particolar modo proprio nel couloir Cher. Azz… Quando parti per la Mallory con il numero fortunato nel sacco (numero 3 friends, numero 3 viti, numero 3 rinvii, numero 3 dadi) la scelta di itinerari alternativi si complica mica poco… Ma non demordiamo. Vediamo una linea ancora a sinistra, pi incassata e con meno pendii a monte. L’ho sempre guardata con curiosit e mai ci ho messo il naso. Andiamo a vedere, sembra vagamente formata. Tutto prosegue bene per il primo tratto di canale, qualche spindrift, ma nulla di serio, anzi, visto il vento mi reputo gi fortunato. Tempo che attacchiamo i tiri veri e propri della via passiamo dalle stelle alle stalle! Vere e proprie slavine cominciano a caderci addosso. Cavolo, sono nel mezzo di un tiro, non estremo, ma neanche si cammina, e tutt’un tratto non vedo pi nulla, sento solo un forte scroscio di neve che mi cade addosso senza sosta e mi sento come in una lavatrice. Metto una vite “finta” dove posso, 5 metri a destra su un terrazzo vedo la possibilit di sostare. Trattengo il fiato e brancolando nel buio riesco a traversare. Ma porc…. Recupero Andrea, e nuovamente ci guardiamo negli occhi. Ma che sfiga… soli soletti, su un bell’itinerario, e ci va a cambiare il vento, forte come non era previsto. Pronti via attrezzo una sosta da abbandono e si scende. Meglio una salita in meno, ma portare la pellaccia a casa. Intanto un p di gamba l’abbiamo fatta vero?! E anche oggi posso ringraziare di aver passato negli anni un p di esperienza anche ad Andrea, che ha agevolato notevolmente la ritirata rendendosi autonomo in molte occasioni. Alla prossima! Climbing Technology; Scarpa Spa; Millet – Mountain by Experience; Baroli Sport Villeneuve; #teamCTclimb

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