IL MASSICCIO È TUTTO PER NOI
Ancora una volta nelle ultime settimane rimango colpito dall’assenza di alpinisti in quota. La meteo ci ha regalato un’alta pressione di molti giorni e le condizioni sono propizie per l’arrampicata su misto. Fa davvero impressione vedere così poca gente a spasso per ghiacciai, sicuramente una prima volta dopo decenni che frequento la zona. Noi certamente apprezziamo la solitudine, ma certo fa riflettere sul momento che stiamo vivendo.
Sono passato innumerevoli volte nella combe Maudite ripetendo la maggioranza degli itinerari glaciali e aprendone alcuni. E ogni volta l’occhio cadeva su quella striscia di ghiaccio che borda lo sperone dell’Androsace. L’ho sempre guardata con un certo timore reverenziale, i pochi ripetitori che conoscevo me ne avevano narrato come un primo tiro ostico e poco proteggibile. Certamente non è sempre in condizioni, e quando lo è il diedro iniziale è caratterizzato da funghi di neve o neve inconsistente: in quell’angolo il vento si diverte a fare brutti scherzi!
Avevo notizia che un paio di ragazzi italiani avevano scalato la linea ad ottobre, e mi avevano confermato le buone condizioni e la presenza di soste orribili sulla via. Dopo aver percorso con Ilaria la goulotte Valeria lunedì scorso, questo lunedì decidiamo di andare a mettere il naso su Surcouf (la gita del lunedì comincia a diventare un’abitudine 🙂 ).
Partiamo con la prima funivia e decidiamo di fermarci a dormire su all’invernale del Torino: di questi tempi le funivie fanno orari improponibili per scalare in giornata. Attacchiamo per le 11:00, la terminale si mostra subito laboriosa confermando il trend del luogo. Con un pò di navigazione su neve inconsistente ne veniamo a capo ed eccoci al famigerato diedro. Giro l’angolo e troppo presto dico ad Ilaria che sembra essere in condizioni ottime e facili! In realtà rispetto alla media è proprio così, ma nonostante ciò la scarsissima proteggibilità e i tratti ripidi su neve dubbia obbligano ad una concentrazione totale. La salita procede per il meglio, e tiro dopo tiro prendiamo quota. Solo siamo un pò sorpresi che la guida indichi 250m di lunghezza e abbiamo già oltrepassato i 300. Continuiamo a salire mirando all’itinerario più logico che porti in cresta. I polpacci scaldano e il pomeriggio avanza. “Dai che con 60 m ci siamo”, e poi puntualmente dopo 60m ci sono altri 60m ah ah ah. L’ultimo tiro è spettacolare, l’ambiente di tutta la salita è selvaggio e impressionante. Arriviamo quindi in cresta, una vera brêche aerea che dà sul lato opposto dell’Androsace. Durante la salita il grande seracco della combe Maudite ha deciso di deliziarci con spettacoli pirotecnici che per un attimo hanno minacciato tutto il nostro materiale alla base della parete, ma per fortuna era solo il soffio della valanga. Tutta scena insomma! Durante la salita abbiamo riattrezzato tutte le soste della via.
Alla fine abbiamo percorso 450m circa invece che 250. La curiosità ha fatto si che una volta a casa tornassi a documentarmi sulla prima salita. Surcouf è stata aperta da Francois Damilano con Thierry Damilano e Martine Girod nell’ottobre del 1995 e in effetti faceva 250m di lunghezza. Scopro quindi che il 21 giugno del 1979 due cordate di fuoriclasse, ovvero Grassi-Comino-Miotti e Patrick Gabarrou con Bernard Muller si ritrovarono alla base del couloir dell’Androsace con intenti simili. Percorse due linee assolutamente adiacenti all’inizio, si divisero poi su due itinerari differenti. La prima cordata deviò decisamente a sinistra oltrepassando la vela nevosa, mentre la seconda proseguì dritto aprendo il Gran Couloir dell’Androsace. Dunque ecco svelato il mistero: quei 200m di troppo che abbiamo percorso erano della via del 1979 Grassi-Comino-Miotti. A nostro parere la via più naturale da seguire è proprio la combinazione di questa via con quella del 1995 di Damilano, Surcouf. Il risultato sono 8 tiri lunghi e vari di ghiaccio e misto che in modo logico portano dalla base fino in cresta.
Si ringraziano gli sponsor: SCARPA e MTB_NESS integratori per lo sport
Chi vuol esser accompagnato su questo itinerario può contattarmi tramite l’apposito form del sito.