Dio li fa… e poi li accoppia!

17 January 2013

Ormai io è Gian Carlo Bazzocchi siamo una coppia fissa (per quanto riguarda l’attività alpinistica, ovviamente . Stesse idee, stesso entusiasmo e stesso occhio… quando andiamo in giro basta uno sguardo per capirsi e prendere le decisioni.

Quest’anno a causa delle condizioni poco favorevoli di inzio inverno, senza voler peccare di superbia, eravamo poco motivati a ripercorrere le “solite” cascate di ghiaccio che negli anni hanno visto numerosi nostri passaggi. Il nostro interesse era ed è tutt’ora rivolto al misto e alle grandi pareti. Andando in montagna si migliora e si acquisisce esperienza, certamente… ma le stagioni per il misto invernale in alta quota sono brevi e tormentate dalle perturbazioni, e tra il lavoro e il maltempo le occasioni per praticarlo sono davvero poche. Negli ultimi anni stanno per fortuna nascendo sempre più settori dedicati al dry-tooling (sopratetutto all’estero dai cugini francesi…) che permettono di accrescere la sensibilità dell’arrampicata con gli attrezzi sulla roccia e migliorare la tecnica di scalata più o meno ben protetti dagli spit. Quello che da noi manca, e che possiamo trovare invece a Chamonix sulla “rive gauche” del ghiacciaio dell’Argentiere, è un settore dove oltre alla tecnica si possa sviluppare la capacità di proteggersi sul terreno misto.

È proprio in quest’era del ritorno del “trad” che io e Gian ci stiamo interessando sempre più all’apertura di itinerari di misto, che possano davvero diventare un terreno di allenamento per il misto moderno in alta quota. “Dio li fa… e poi li accoppia” vuole proprio essere una via aperta con questo obbiettivo. L’itinerario ha una linea logica e permette di proteggersi quasi interamente con protezioni veloci. Laddove poprio non fosse possibile, 3 spit e un chiodo riducono drasticamente il rischio di infortunarsi. Nonostante la loro presenza l’itinerario richiede una certa esperienza nel piazzare nuts, friends e chiodi, sopratutto nell’ultimo tiro (che essendo di ghiaccio può variare a seconda delle condizioni!), dove i primi ripidi metri sono davvero delicati. Proprio su quest’ultimo tiro abbiamo riflettuto molto per gradarlo in modo corretto: la continuità del tratto verticale non è eccessiva e lascerebbe spazio ad un 4+, ma la sua tecnicità e fragilità necessitano un’esperienza tale da non essere accessibile a chi scala su quel grado. Pertanto, per evitare brutte sorprese abbiamo preferito gradarlo WI5.

Giampiero Bertotti e Tachi Pesando hanno effettuato la prima ripetizione e sono rimasti entusiasti della via e ne confermano l’impegno e la bellezza. Li ringraziamo ancora per aver recuperato le nostre picozze dimenticate in cima alla cascata (da qui il nome di “Dio li fa… e poi li accoppia” riferito a me e Gian!). Tra l’euforia per aver terminato l’itinerario e presi dal sistemare i blocchi instabili vicino alla sosta, abbiamo fatto la figura dei “tonni” lasciando gli attrezzi all’ultima sosta!

Primi salitori: Enrico Bonino, Gian Carlo Bazzocchi, Elio Bonfanti e Andrea Fazzari il 11 e 13 Gennaio 2013.

Consigli e critiche costruttive sono sempre ben accetti. Buone salite!

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