La traversata integrale delle creste della Meije è una delle vie normali più belle e difficili delle alpi. Il suo percorso segue dapprima uno sperone roccioso alto 900 m, per poi traversare sul filo di cresta tra neve e roccia. Il panorama è a 360 gradi: si vedono il Monte Bianco, il gran Paradiso, la Barre des Ecrins, il Grand Combin, etc…
La salita si è svolta nel migliore dei modi. Contrariamente agli usi locali, siamo partiti alle 7:30 dal rifugio del Promontoire. Volevamo approfittare della buona esposizione per scalare su roccia al caldo e con la luce, per poi traversare la cresta nelle ore centrali della giornata con il Sole alto. Onestamente non capisco perché gli alpinisti si ostinino a partire alle 4 del mattino arrampicando al buio e al freddo. Certamente la salita è lunga (data per 10-12 ore) e la discesa dal rifugio dell’Aigle è stancante, ma personalmente consiglio di prendersi una mezza giornata in più per dormire una seconda notte al rifugio dell’Aigle, ma cominciare la salita con la luce e temperature piacevoli, per certo si potrà godere maggiormente della splendida roccia che caratterizza la prima parte dell’itinerario. Ad ogni modo, nonostante la partenza “ritardata” siamo riusciti a completare la salita e la discesa a valle in giornata, con condizioni ottime lungo tutto l’itinerario.
Una piccola nota polemica: unica pecca della salita è il cavo d’acciaio irragionevolmente messo per agevolare la salita delle cordate nel tratto più esposto della via. Questo cavo, lungo circa 150 m, percorre il tratto esposto a nord tra la Breche Zigmondy e il primo dente. Trasformare un pezzo di itinerario salito nel 1877, (probabilmente anche senza ramponi) in una via ferrata ci sembra una follia (a me e al cliente ndr).
Avevo già percorso il tratto sommitale delle creste uscendo dal couloir a Z sulla parete nord, e ne avevo un bel ricordo. Questa volta ho percorso anche lo sperone iniziale del Promontoire e ne vale davvero la pena. La roccia ottima, i passaggi mai estremi ma che richiedono un po’ di dimestichezza nella ricerca dell’itinerario, l’eleganza della linea di salita ne fanno una salita da non perdere.
12