Nel dicembre del 1973 due alpinisti francesi, Walter Cecchinel e Claude Jager si avventurano verso la parete Nord Est dei Drus. In quattro giorni salgono una via nuova, in invernale ed estrema per l’epoca che li vedrà entrare nella storia dell’ alpinismo. Il couloir Nord Est dei Drus è infatti la prima grande via di ghiaccio salita nel massiccio del Monte Bianco con l’utilizzo di due piccozze. Così, durante uno dei più importanti exploits di alpinismo nelle Alpi si inaugurava la tecnica della piolet traction in alta montagna.
È difficile guardare il monolito dei Drus e immaginare che quest’immensa montagna di granito possa avere una linea “debole” e che presenti difficoltà e terreni di tutt’altra natura che quelli rocciosi. La parete Ovest con la sua maestosità è la più evidente. Vie famose che la percorrono come la Diretta Americana (altra salita oggetto di exploit alpinistico come quello di Profit che la salì in free solo in poche ore nel 1982), o spettacolari crolli sul pilastro Bonatti, hanno catturato l’attenzione di alpinisti, turisti e appassionati di tutto il mondo. Ma il couloir Nord Est è un itinerario nascosto che spesso solo gli alpinisti che amano il ghiaccio e les grandes courses invernali sognano di percorrere. È un itinerario estremamente vario che si svolge in ambiente serio, e che racchiude in sé tutti i tipi di terreno che la montagna verticale può offrire.
Con Max Lucco e Nicolas Meli abbiamo deciso di avventurarci in questo angolo nascosto seguendo le orme degli apritori, veri maestri di alpinismo che con i loro attrezzi rudimentali hanno salito una via di gran classe. Via che nonostante gli attrezzi di cui disponiamo oggi, resta MOLTO impegnativa.
I ricordi più belli? il bivacco all abase sulla morena, l’ambiente yosemitico della salita (raramente ho trovato una tale verticalità su una via alpinistica) e l’aver salito con un cliente ed un amico, una di quelle vie che da ragazzo sognavo sfogliando i libri e che vedevo come inarrivabile.