Quest’anno è l’anno della Combe Maudite, non ci sono dubbi! Le particolari condizioni di quest’autunno hanno riportato alla luce un anfiteatro a torto poco frequentato e poco conosciuto. Vie come Baxter Jones, Lacrima degli angeli, Surcouf, Reve Caché, Filo d’Arianna sono state rispolverate, metre nuove vie sono nate: come Saumons et Glacons e An…”ice” surprise, ambedue salite da chi scrive. La prima ha una connotazione più “plaisir-moderno” quotata M5+ Wi5 R con tratti effimeri e qualche passo di misto, con sote attrezzate, impegnativa il giusto (da nonsottovalutare) e poco ingaggio in caso di problemi, aperta in occasione di un corso di misto con Olivier Colaye e Luca Breveglieri (tutte le info sul blog). La seconda, è stata aperta con la fortissima Giulia Venturelli ricercando un itinerario logico, difficile, in chiave di misto moderno, dove entrambi abbiamo dovuto metterci in gioco fino in fondo per spingere al massimo la libera e per trovare soluzioni a tratti apparentemente insormontabili. E’ stato bellissimo lo spirito di squadra e l’entusiasmo durante la salita. La ciliegina sulla torta è stato scoprire delle goulottes più fornite ed estetiche del previsto nell aparte alta. Un susseguirsi di diedri ghiacciati incassati e nascosti. Dopo un primo tentativo venerdi scorso, terminato contro un muro compatto senza materiale adatto siamo tornati ieri armati di copperhead, rurp, e micro lamette. La giornata è cominciata subito alla grande liberando il secondo tiro, quello di M7, al primo colpo. Arrivati al “punto morto” non vedevo l’ora di cominciare a spalmare i miei primi copperhead in quella fessura cieca che ci aveva respinto la volta prima. Il tratto di artif passa via abbastanza agevolmente, con un pò di “taglio e cucito” supero il muro e mi trovo a ribaltarmi in un diedro liscio e aperto… Chiaramente il divertimento non era ancora finito. 6 metri mi separavano dalla sosta e mi hanno impegnato fino alla fine obbligandomi alla libera. Il tiro successivo lo risolve magistralmente Giulia, una partenza decisamente difficile e delicata porta ad un terreno più nevoso. La raggiungo in sosta che sono le 16:45. Ci rimane poca luce a disposizione, ma ormai il più duro è fatto, di scendere e tornare il giorno dopo non aveva senso e decidiamo quindi di proseguire ad oltranza fino in cima. Una bella goulotte ghiacciata ci permette di procedere velocemente. Gulia mi raggiunge in sosta alle ultime luci. Piccola pausa cibo, acqua, frontale e si riparte. Qui è stato fondamentale avere una foto della parete con noi, per capire dove andare. Giulia sale pochi metri e aggira a sinistra uno sperone alla ricerca di un diedro incassato che dalle foto sembrava appena spruzzato di neve. In realtà era bello fornito e super estetico. Salgo il tiro ormai al buio pesto, neanche la Luna a mostrarci il cammino. Stando ai conti dovrebbe essere l’ultimo tiro, e il caso ha voluto che non fosse facile neppure questo. Un ostico tetto solcato da una fessura off-width mi da del filo da torcere, così come la neve inconsistente riportata dal vento. E’ vettaaaaa! Giulia mi raggiunge. Siamo davvero felici! Lo spirito e l’etica con cui abbiamo deciso di affrontare questa salita sono stati davvero forte. Grande Giulia, grazie per avermi accompagnato in questa bella avventura.
Si ringraziano gli sponsor Millet, Scarpa, Baroli Sport.