Una classica salita di “ripiego”…
Una classica salita di “ripiego”… o una Est mal riuscita? Io direi: una bella giornata in montagna insieme a Daniela, una conscenza di lunga data.
Siamo in effetti partiti per un giro un pò originale traendo spunto dalla lista di “salite d’antan – ancora da fare” di Daniela. La piccola e snobbata Est del Gran Paradiso è ormai solo bramata dai ripidisti, come li chiama lei (cioè quelli che fanno sci ripido). E’ infatti raro trovare una cordata in salita su questa parete, troppo presto illuminata dal Sole estivo. Decidiamo di esser coccolati dai gestori del rifugio Chabod e di accedere al bacino glaciale nascosto, attraverso il colle di Montandayné, proprio come fanno d’inverno gli sciatori. Sappiamo bene che è un terno all’otto trovare di sti tempi la discesa in condizioni corrette, ma vista la “torrida” estate decidiamo di provare! Presto fatto, con la pancia piena di prelibatezze ci alziamo alle 3 e alle prime luci del giorno siamo al colle. Il vento gelido a -8 ci tiene belli svegli mentre guardiamo verso Est il nostro canale. I primi raggi del Sole illuminano di rosso la parete, è un bello spettacolo! Purtroppo, a parte la cornice non proprio rassicurante da passare per poter scendere, gli ultimi 100 m circa di canale sono totalmente privi di neve e lasciano trasparire cumuli di detriti su placche lisce lavorate dal ghiaccio. Ci guardiamo in faccia e senza troppo stare a pensare decidiamo che non è una buona idea. Un piano B ce lo eravamo preparati, ma il forte vento, non rende lo sguardo di Daniela convincente a volerlo perseguire… va beh, allora ci penso io a convincerla mostrandole il ripido pendio tutto all’ombra che avremmo dovuto percorrere a ritroso per scendere a valle. Si continua quindi con la traversata Piccolo Grande Paradiso, che Daniela non ha mai fatto.
Questo bellissimo percorso di cresta non ha davvero nulla da invidiare alla classicissima cresta di Rochefort o alla Midi Plan, nè per la tecnicità nè per la sua esteticità, lunghezza e panorama! Il percorso è infatti lungo e tortuoso con passaggi di roccia tra il terzo e il quarto grado, e lunghi tratti di cresta nevosa affilata. Le condizioni sono davvero ottimali, la presenza di neve consistente in molti tratti rende la progressione più veloce. Il vento non si capisce più da che parte tira e alla fine siamo spesso riparati dietro ai torrioni rocciosi. Dalla vetta del Piccolo Paradiso vediamo molte cordate uscire dalla parete N, alcune le incrociamo e le sorpassiamo: sono gli aspiranti guide alpine dell’ENSA (école nationale de ski et d’alpinisme) che sono valutati mentre accompagnano dei finti clienti su itinerari di misto e alta montagna durante due settimane. Siamo presto in vetta e presto al rifugio Chabod con le gambe sotto al tavolo. Come ogni volta che da un anno a oggi passiamo sul ghiacciaio di Lavecieu non possiamo non pensare ai nostri due amici Paolo e Luca scomparsi durante la discesa dalla vetta. A loro va un caro pensiero.
Anche Daniela, il cui curriculum alpinstico parla da solo, è rimasta entusiasta si questo bellissimo percorso di cresta su una montagna di casa, conosciuta per la sua accessibilità e facilità. Brava Dani, ancora una volta è stato un piacere condividere dei bei momenti in montagna assieme.