Roccia Viva – Parete N

27 Giugno 2015

Gran paradiso – salite storiche

Immagina di tornare da ragazzo quando seduto sul divano sfogli ” le 100 più belle salite del Gran Paradiso…” di Giancarlo Grassi e cominci a sognare. Leggendo una di quelle pagine vieni catturato dall’immagine di un piccolo laghetto glaciale in cima ad un’irta parete nevosa, e cominci a fantasticare di essere lì, in realtà ancor prima di sapere cosa sia esattamente una parete N. Mi è capitato proprio questo ieri, scalando la Roccia Viva con Daniela, e a dirla tutta è successo ad entrambi. Quel laghetto a pagina 142 aveva fatto colpo. In tutti questi anni col regredire dei ghiacciai, e lo scarso innevamento, non mi si era mai presentata l’occasione di tentarne la salita, ma quando le condizioni si presentano non mi tiro certo indietro, a maggior ragione per una salita dal sapore di altri tempi.

Il primo giorno decidiamo di salire al bivacco Carpano per spezzare il dislivello. Strada facendo ci scofaniamo un bel piatto di polenta e salciccia al Pontese, dove non fermarsi a degustarne i deliziosi cibi sarebbe un eresia. Con la panza piena ci incamminiamo nuovamente verso la gorgia che taglia la bastionata rocciosa sottostante al bivacco. Una ripida ferrata e qualche roccetta umida ci portano sul balcone naturale, che alle luci del pomeriggio, passata la nebbia, mostra un gioco di luci pazzesco. Digerita la salciccia ci mettiamo nuovamente a cucinare, questa volta noodles cinesi, che non saran buoni come la polenta della Mara, ma quando uno ha fame e se lo deve portare a spalle, risulta ugualmente delizioso. Appena addormentati, due belgi cercano di fare irruzione nel bivacco. Mi alzo per aprirgli e farfuglio due parole in non so che lingua, in realtà stavo ancora dormendo. Sono le 2:30 è ora di alzarsi. Una lunga giornata ci aspetta: la risalita al Col Money è infinita e quasi ripida come la N. Arriviamo al colle alle prime luci e si apre un panorama indescrivibile a 360 gradi. Cervino, Monte Bianco, Weisshorn, Gran paradiso, e chi più ne ha più ne metta, da lì a poco l’orizzonte si incendia su una prospettiva panoramica fino ad ora a me sconosciuta. Meraviglioso. Scendiamo lungo lo spartiacque fin sotto la Roccia Viva. Data la morfologia del ghiacciaio e lo scarso innevamento decidiamo di risalire dei ripidi pendii a sinistra dei seracchi per scappare al labirinto di crepacci. La scelta si rivela ottima e in un attimo siamo alla base della parete vera e prorpia. Il Sole la lambisce nel suo lato destro, e la logica e il buon senso ci portano in quella direzione, lasciando alla nostra sinistra le smanie di ricerca di difficoltà ed il rimasuglio di seracco ormai quasi scomparso. Le condizioni sono eccezionali, non penso di aver mai salito una Nord in condizioni così perfette. In un batter d’occhio siamo in vetta e qui la felicità si confonde con un pò di amarezza: quel laghetto glaciale tanto sognato non esiste più, la parete si è ritirata di una decina di metri di spessore. Davvero impressionante trovarsi lì con l’immagine impressa in testa della storica foto degli anni ’80. La montagna sta subendo cambiamenti morfologici incredibili.

La discesa per il canale Coolidge e la bocchetta del Monte Nero scorre veloce, la neve porta ancora bene. Al bivacco, già baciato dal Sole, ci svacchiamo sull’erba a goderci il tepore dei raggi e la bella giornata appena trascorsa. Il tutto si conclude nuovamente con le gambe sotto al tavolo della cucina di Mara: e ci sta meglio di noi?!?!?!?!

Brava Dani, difficile trovare delle salite che tu non abbia ancora fatto, ma vedi che scavando nel tuo “archivio” qualche bella chicca la troviamo sempre.

Disclaimer

Tutto ciò che è riportato in questo sito, inclusi gli allegati è mirato alla divulgazione di informazioni utili e affidabili per affrontare salite, scalate, gite di sci alpinismo e fuoripista, cascate e tutto ciò che ci offre la montagna nella maggior sicurezza possibile, perché ogni alpinista e amante della montagna possa partire per un’avventura con una corretta preparazione preventiva. Noi rimaniamo sempre a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti e consigli, ma non possiamo agire per voi e spesso non saremo presenti durante le vostre gite.

Pertanto, rimarrà vostro compito e responsabilità valutare le condizioni della montagna sul momento, che possono cambiare in modo repentino secondo gli agenti atmosferici.
Dovrete quindi saper valutare con la vostra esperienza e capacità il terreno che vi circonda, e prendere le decisioni necessarie per il corretto svolgimento della salita nel momento stesso in cui sarete in montagna.

Pin It on Pinterest

Share This