Un infortunio in montagna è sempre spiacevole, ma quasi 8 mesi di stop da qualsiasi attività sono davvero lunghi e sconfortanti. È da circa un mese che lentamente ho ripreso a scalare prima su roccia e poi su ghiaccio, e a volte mi sembra di essere tornato un principiante. Il morale non è certo dei migliori, l’autonomia di camminata è ridotta. È in questo caso che gli amici sono davvero indispensabili! Gian ha subito trovato il modo per stimolarmi in questa stagione di ghiaccio scarso e tempo patagonico, dove bisogna scegliere bene cosa fare per rischiare poco e portare a casa una salita!
Nel 2005 Gian Carlo Bazzocchi era in “super forma” e tentò la prima ripetizione di Gelati, nella Valeille di Cogne. Ma si è subito reso conto che la linea di M8/5+ salita dal mitico Steve Haston nel 1995 era decisamente ad alto rischio… sia per la roccia fragile che per il ghiaccio non cosi gonfio come al momento dell’apertura (e infatti Gelati non si formò mai più in condizioni di ghiaccio corrette). Un vero peccato però non poter raggiungere la linea di ghiaccio pensile sopra la grotta, quindi: presto fatto: il giorno seguente Gian Carlo e Viviana Savin tornano armati di trapano e attrezzano una bellissima variante di 2 tiri a sinistra della grotta, valutati M7 e M4R. I due proseguirono per la colata di gelati riattrezzando le soste (pauroseeee!!!) lasciate da Haston con solidi fix e maillon. Ma sfortunatamente l’ultimo tiro non era salibile per carenza di ghiaccio e anche quel tentativo di ripetizione fallì.
Il 2 gennaio Gian mi parla di questo suo progetto di ripetizione e la cosa decisamente mi stimola. Partiamo io, lui e Nicolas. Fa caldo, cosa sicuramente buona per la prima parte di roccia ma non così buon per l’uscita di ghiaccio. Saliamo i tiri, ma il sole ha il sopravvento e il tentativo si ferma ancora una volta all’ultmo tiro. Se continua così, penso in pochi giorni non ci sarà più nulla, il ghiaccio cominciava a “scollarsi” dalla roccia e i petali sopra la candela dell’ultimo tiro sembrano davvero fragili. Cavolo che peccato…
Ma chi la dura la vince. La sera guardo la meteo e annunciano un abbassamento della temperatura la notte e il giorno seguente. « Pronto Gian… domani stessa ora stesso posto? ». « Ok a domani ». Alle 8:30 eccoci di nuovo alla base (con gli avambracci gonfi dal giorno prima!). Questa volta la struttura sembrava più solida, la notte e il gelo hanno fatto il loro dovere. Il canale di uscita è ancora delicato se non c’è molta neve, perché sul fondo c’è roccia liscia. Meglio proseguire fino all’altezza del pino, mettere un chiodo da roccia a sinistra e traversare appena sopra la pianta sulle teppe d’erba!
La via merita davvero di essere ripetuta: l’ambiente è fantastico, grande esposizione e non è rischiosa!
È fatta, prima ripetizione di Ice No Thanks + Gelati: Evvaiiiiiii!!!