Negli ultimi tempi col Gian non riusciamo a vederci sovente per scalare assieme. Ma quando questo capita, solitamente andiamo ad impegolarci in qualche salita alternativa o apertura. Settimana scorsa, date le condizioni generalmente demotivanti, decidiamo di ritrovarci per sistemare un paio di cose al settore B&B. Una buona occasione per uscire dalla folla, e fare un pò di allenamento. Quindi il sacco prevedeva un trapano e 4 spit, 2 chiodi da roccia, 3 viti, 3 friends, 8 rinvii. Durante l’avvicinamento si chiacchiera come sempre del più e del meno, e non mancano certo i ricordi e i progetti passati e futuri. Quando arriviamo in zona B&B questo chiacchierio è segnato dall’avvistamento di una frangia di ghiaccio che già altre volte aveva attirato la nostra attenzione. Ma si vede solo la frangia… la parte bassa ci è ancora oscurata da una spalla rocciosa. Il Gian mi guarda e dice così di botto: “ok andiamo li”. Una qualsiasi altra persona l’avrebbe presa come una battuta estemporanea. Ma lui sapeva bene che avrei accondisceso, e quindi abbiamo tirato dritto, anche se un poco sprezzanti del poco materiale presente nello zaino. Il rischio di far poco o niente era assai alto.
L1 passa via facilmente con un pò di “stile libero” tra la neve ancora presente. L2 invece, in condizioni decisamente Scottish, mi dà da lavorare un pò di più. Questa lunghezza so che può variare molto in condizioni pertanto starò molto attento a come chiodarla tenendo conto di tutto. Parto col trapano al collo, e il poco materiale che posseggo. Se da sotto il tiro sembra un pò forzato, in realtà è molto divertente scalarlo. Ad oggi (o meglio alla settimana scorsa!!!) è un bel mix di roccia, ghiaccio sottile e teppe gelate. Sui 50 metri di tiro poserò soltanto 2 spit, proprio perché talvolta può esserci più ghiaccio, oppure in condizioni secche ci si può proteggere agevolmente su roccia. Direi quasi miracolosamente riesco a salire tutto il tiro ed arrivare su un primo terrazzo. Decido di fermarmi per far scaldare il Gian che ormai è un omino di ghiaccio alla base della lunghezza. Lui concluderà il tiro pochi metri più su, posizionando la sosta fuori dal tiro della stalattite pensile. Proseguo ancora qualche metro per esplorare il terzo tiro, poi materiale finito, si torna a casa con l’intento di terminare il cantiere a breve.
Oggi finalmente i grande giorno. Via veloci la mattina presto per evitare il troppo caldo. In un attimo siamo alla base dell’ultimo risalto. La palla passa al Gian che di carpenteria ne sa Il tiro si presenta più articolato del previsto con molte fessure presenti: anche se questo non toglie i gradi di pendenza alla parete… Chioda un itinerario perfetto fino al ghiaccio, dopodiché tocca a me. Il Gian scende, mangiamo, beviamo e ci rilassiamo un attimo. Il Sole si avvicina inesorabile. Pronti via si parte, la corda è sfilata e torcca riportarla su, questa volta in sosta! Scalo bene la prima parte rocciosa, poi un pò di titubanza mi pervade quando devo appendermi al siluro. Fa sempre un certo effetto passare dalla roccia ad un grande pullman di ghiaccio appeso a tenta in giù. Ben vero che sulla roccia ci sono gli spit, ma anche ben vero che le braccia son piene e sulla candela è meglio non chiodare! Dopo qualche tentennamento e un rischio di affogamento ad alta quota per le frange colanti, sbuco fuori sul terrazzo terminale. Il Sole comincia a lambire la cascata. Noi ci scaldiamo ma meglio scendere al più presto prima che si scaldi anche la candela! Alé!!! Altro bellissimo itinerario completato. Grazie Gian! La Valeille ci riserva ancora qualche intrigante sorpresa.
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